Nuovo Quartetto Pianistico Italiano

due pianoforti a otto mani

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A.K. Glazunov Fantasia: 'La Mer' (Mope)

Al pari della Grande fantaisie di Jean Baptiste Duroc, la Fantasia 'La mer' op. 28 di Aleksandr K. Glazunov è un altro saggio significativo della messe copiosissima di trascrizioni, parafrasi, rielaborazioni di celebri pagine orchestrali e operistiche le quali conobbero larghissima diffusione in tutta l'Europa del XIX sec. (e oltre). La Fantasia 'La mer' venne composta nel 1889, un anno molto significativo per la carriera di Glazunov, il coronamento di un quinquennio ricco di importanti successi e riconoscimenti. Nel 1884 a Weimar aveva incominciato il vecchio Franz Liszt a elogiarlo per la sua Sinfonia n. 1 'Slava'. Successivamente, appositamente per diffondere la sua musica a Lipsia venne fondata la nuova casa editrice Beljaev e a Pietroburgo si diede inizio a una nuova rassegna concertistica, i 'Concerti di Musica Russa'. Nel 1887-88 senza l'intervento del suo ex-allievo Glazunov a Nicolaj Rimskij-Korsakov non sarebbe stato possibile completare Il principe Igor, il capolavoro lasciato incompiuto da Aleksandr Borodin, scomparso pochi mesi prima, nel marzo 1887. Nel 1889, dopo i successi riscossi dirigendo le proprie opere a Parigi e in Inghilterra, per Glazunov vi fu la definitiva consacrazione: il conseguimento della doppia cattedra di pianoforte e composizione al prestigioso Conservatorio di Pietroburgo. Nella Fantasia 'La mer' op. 28 Glazunov, ponendosi sulla stessa linea di Tchaikovsky e Rimskij-Korsakov, opera una sintesi straordinaria per bellezza tra sinfonismo progressista occidentale (Berlioz e Liszt) e le peculiarità stilistiche della scuola nazionale russa. Nella trascrizione per due pianoforti a otto mani, realizzata dall'autore stesso, qualcosa si perde della ricchezza di colori, timbri, fragranze dagli aromi diversissimi che caratterizza l'originale partitura sinfonica. Il fascino, però, di questa Fantasia rimane intatto. Il brano si articola in quattro episodi. L'episodio iniziale ci proietta subito su orizzonti sconfinati, non sereni ma turbati da presagi chiari per quanto lontani d’una incombente tempesta.Davvero con grande icasticità le note di Glazunov sanno rendere qui il senso dell'avanzare minaccioso della bufera. Poi tutto si placa, torna a splendere il sereno: può ora incominciare l'idillio. Protagonista del secondo episodio è una splendida melodia principale, un'autentica gemma di dolcezza, di candore nostalgico e sognante, che a mano a mano cresce in slancio e passionalità. All'orizzonte tornano, però, a profilarsi nuvoloni poco rassicuranti. Questa volta èsul serio. Nel terzo episodio i due pianoforti sono impegnati allo stremo delle loro risorse timbriche ed espressive per dar l'idea dello scatenarsi progressivo delle furie marine. Il finimondo presagito, in realtà, alla fine non arriva. Con molta finezza Glazunov evita il rischio dell'ovvietà. Folate improvvise di venti piuttosto impetuosi costringono la tempesta a cambiare direzione: il ribollìo delle onde poco alla volta decresce. Nell'episodio conclusivo tornano a vedersi sprazzi di cielo azzurro. Frammenti dell'idillio che fu, scompigliati, provano a riaggregarsi approfittando della spinta di onde ora più tranquille, le quali con amabili volute poco per volta li sospingono a infrangersi sul sicuro lido della Cadenza finale.

Angelo Chiarle

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